Da Vreeland a Avedon, pilastri della storia della moda
«Ora Armani non ha più alibi per non sfilare a Roma» Alta Roma punta soprattutto sulla “cultura di moda” e ha realizzato una manifestazione ricca di mostre. «Dovendo affrontare il problema della fragilità della moda in questo momento – ha detto il presidente Nicoletta Fiorucci – ci siamo resi conto che esiste una lacuna per l’assenza di una cultura della storia della moda
«Ora Armani non ha più alibi per non sfilare a Roma»
Alta Roma punta soprattutto sulla “cultura di moda” e ha realizzato una manifestazione ricca di mostre. «Dovendo affrontare il problema della fragilità della moda in questo momento – ha detto il presidente Nicoletta Fiorucci – ci siamo resi conto che esiste una lacuna per l’assenza di una cultura della storia della moda.
Abbiamo perciò deciso di colmarla proponendo alcune mostre su figure emblematiche del settore (Richard Avedon e Diane Vreeeland) e dibattiti sul futuro del fashion e dell’editoria ad esso correlato».
Il Tempio di Adriano è così diventato la cornice di questa esplorazione nel passato e nel futuro della moda: fino a martedì 3 febbraio ospiterà i dibattiti della sezione “Fashion on paper” e la mostra “Vreelandesque. Italian Portfolio”.
L’esposizione, a cura di Maria Luisa Frisa e organizzata dal mensile Luna, è un omaggio a Diana Vreeland, celebre fashion editor di Harper’s Bazaar e direttore di Vogue America.
Attraverso servizi di moda, fotografie e riviste si ripercorre l’interesse della Vreeland per la moda italiana e per Roma, che ne era l’indiscusso palcoscenico.
Nel luglio del 1947, pubblicò su Harper’s Bazaar “Portfolio of the new Italy”, un articolo che ritraeva, attraverso gli scatti di Leslie Gill, il mondo del cinema e della moda: Savelli, Tamburi, Savinio, Alvaro, Ungaretti, Rossellini, Magnani, Moravia, gli artigiani di Capri e di Roma, Ferragamo.
Figura chiave del rapporto tra la Vreeland e l’Italia fu Irene Brin, giornalista di moda italiana conosciuta a New York, che, dal 1952, divenne Rome Editor di Haper’s Bazaar.
Nel 1963 la Vreeland divenne direttore di Vogue America e continuò a pubblicare servizi sulla moda italiana. Le sue interpreti furono sono Marella Agnelli e Benedetta Barzini.
Richard Avedon. Moda e fotografia sono un binomio indissolubile. Alta Roma rende omaggio al fotografo Richard Avedon attraverso l’esposizione di una serie di scatti appartenuti alla modella americana Ann Theophane Graham, detta Theo. La retrospettiva “Theo by Richard Avedon”, aperta al pubblico fino a martedì 3 febbraio, avrà una doppia dislocazione: ai Musei Capitolini e all’Accademia di Francia-Villa Medici. Il progetto è, infatti, frutto di un gemellaggio artistico tra Roma e Parigi, accomunate dalla stessa vocazione per la creatività e il gusto.
Un percorso nella vita artistica di Avedon, documentato da servizi fotografici realizzati per Harper’s Bazaar nei quali è immortalata la moda parigina dell’immediato dopoguerra, ai tempi del nuovo stile di Christian Dior.
I pilastri della storia della moda su Il Messaggero via 100moda