Hipster, essere fashion col peggio della moda
Vestivamo alla hipster , ovvero come riesumare tutto il peggio della moda degli ultimi vent’anni ed essere terribilmente fashion . Accade già da qualche anno, soprattutto negli Stati Uniti, ma il 2008 si può decretare anno dello sdoganamento italiano di alcuni capi di abbigliamento considerati, fino ad un paio di anni fa, assolutamente proibiti
Vestivamo alla hipster, ovvero come riesumare tutto il peggio della moda degli ultimi vent’anni ed essere terribilmente fashion.
Accade già da qualche anno, soprattutto negli Stati Uniti, ma il 2008 si può decretare anno dello sdoganamento italiano di alcuni capi di abbigliamento considerati, fino ad un paio di anni fa, assolutamente proibiti.
Hipster è la moda in nome della quale tutto è consentito ma con tre semplici regole: l’hipster è ironico, vive con leggerezza e odia essere definito hipster.
La moda hipster o hipsterism raccoglie intorno a sé giovani istruiti che spesso lavorano nel mondo dell’arte, della musica e della moda e rifiutano i canoni estetici della cultura Usa.
Non vogliono essere catalogati e eludono l’attualità tranne musica e moda. L’unica religione che tutti gli hipster riconoscono come tale sono i pantaloni attillati: le donne indossano quelli super slim, stretti fino al polpaccio e gli uomini – per risultare ancora più insaccati – si infilano a fatica nei modelli femminili.
Il resto del look, così come è stato ereditato dalla moda italiana, si compone di pochi indumenti, minimali e fuori moda. Il trucker hat è consigliato per gli uomini, nei colori più pop e possibilmente con qualche scritta. Come dettaglio unisex, che l’hipster abbia o meno carenza di diottrie, è fondamentale indossare un paio di occhialoni che ricordano il modello Wayfarer della Ray-Ban.
L’importante è che siano da vista perché quelli da sole sono considerati troppo “omologati”.
Per gli uomini è fondamentale sfoggiare i baffi. Ma anche qui vale la regola dell’ironia e della leggerezza. Il taglio dev’essere anni Ottanta: sottile, corto e poco folto. Insomma, più Burt Reynolds che Tom Selleck. Per le donne, capelli spettinati e – all’apparenza – poco curati, meglio se con una fascetta intorno alla testa.
In teoria le T-Shirt andrebbero indossate vintage, con scritte che ricordano rock band degli anni ’70 e ’80, anche se le maggiori catene di abbigliamento vendono magliette nuove in puro stile vintage ma dal taglio attillato. Anche le camicie a quadri stanno entrando nel loro guardaroba: di flanella, come quelle grunge anni Novanta, ma sempre in versione molto aderente.
Quanto alle scarpe, maschili o femminili, le regole sono due: suola ultrapiatta e stile minimal. Bene le All Star, le Toms, una sorta di espadrillas fashion e solidali – per ogni paio acquistato un paio viene regalato ad un bambino bisognoso – e le ballerine. Sono entrate di recente nell’armadio degli hipster anche le scarpe da basket modello Reebok primi Novanta. Per completare il look, perfetti un cardigan aderente (alcuni sembrano appena usciti da un lavaggio sbagliato) e una kefiah che, volutamente privata di qualsiasi significato politico, va sfoggiata nei colori dal viola al rosa o fantasia, con cuori o farfalle.
Ci sono gli hipster-genitori, preferibilmente coppie multiculturali che portano i loro hipster-figli a concerti e mostre, e le hipstermobile, biciclette a ruota fissa senza freni né cambio. Si potrebbe continuare ancora per molto. Fino all’hipsteria.
La moda Hipster su La Repubblica